ANAC - Sezione di Trieste
Associazione Nazionale Arma di Cavalleria
Sezione "MM.OO. Guido Brunner - Ferruccio Dardi - Silvano Abba"
"Piemonte Cavalleria (2°)"

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Il Tenente Colonnello Gabrio de Szombathely


          Lunedì 20 febbraio u.s. si è spento il Ten. Col.(T.O.) Gabrio de Szombathely, magistrato, uomo di legge, grande sportivo nell’arte della vela, giudice internazionale di regata, ma per quello che ci riguarda un grande Uomo ed un grande Cavaliere.
          Dopo avere frequentato la Scuola di Cavalleria, a Pinerolo, svolge con il grado di sottotenente la prima nomina in "Piemonte Reale" allora di stanza ad Udine. Richiamato sotto le armi con il grado di Tenente, è assegnato ai “Cavalleggeri di Alessandria“ allora di stanza in Palmanova.
          Con il Suo Reggimento, inquadrato nella prima Divisione Celere “Eugenio di Savoia“ partecipa a tutte le operazioni nella ex Jugoslavia. In forza al quinto squadrone mitraglieri è uno dei tanti che hanno l‘onore di caricare per l’ultima volta contro un nemico determinato e insidioso, la carica di Poloj.
          Gabrio, per chi ha avuto la grande fortuna di conoscerlo, è stato un vero esempio di umiltà, spessore morale e di immensa umanità.
          Quando raccontava il fatto d’arme di Poloj che lo vide protagonista, non era per Lui un fatto denso di gloria, ma un rammarico per i tanti Suoi Cavalleggeri Caduti, che ancora giacciono in quelle terre, dispersi. Gabrio fu protagonista indiscusso, in quei terribili momenti. Al buio. I cavalli lanciati alla carica, con i Cavalleggeri che, sciabolando, cadono colpiti, con migliaia di colpi di armi automatiche che sibilando arrivano da ogni dove, scoppi di bombe a mano, un vero inferno di ferro e di fuoco.
          Gabrio cerca di soccorrere il Cap. Antonio Petroni, colpito a morte , va in cerca di aiuto, ritorna dove l’aveva lasciato, senza trovarlo e senza che nessuno lo abbia mai ritrovato.
          Da eccellente Ufficiale di cavalleria, non pensava a salvare se stesso, ma il Suo pensiero pregnante era lo Stendardo. Infatti, nella foga, raggiunge salvo Periasjca, ma, accortosi che di aver superato il gruppo Stendardo, torna indietro e dopo alcune centinaia di metri,al buio, incontra il Comandante con il gruppo Stendardo e la scorta.
          Questo era Gabrio, questa era Cavalleria.
          Con Lui finisce un pezzo di storia dell’Arma, ha termine una parte della Cavalleria gloriosa e romantica. Con Lui scompare un mondo, che non si ripeterà più, che ha visto, insieme, l’uomo e il cavallo, protagonisti degli ideali che animavano chi ebbe a servire la Patria a cavallo. Con Lui se ne va un pezzo della nostra vita, un eredità che forse non abbiamo del tutto salvaguardato per i nostri nipoti.
          Ma Uomini così non muoiono, si allontanano. Lo sentiremo nel cuore e sarà sempre vicino a noi con il Suo affetto, con la Sua simpatia e con la Sua grandezza.
          Ciao Gabrio e grazie, hai raggiunto i tuoi Cavalleggeri. A noi resta da portare avanti il tuo messaggio.

          Ricordare, Far conoscere a tutti e, mi ripeto, a tutti, quello che ha fatto “Alessandria“ a Poloj. L’ultima carica di un Arma il cui valore è nella memoria di tutti noi.

          Ma tanto valore ancora non è stato riconosciuto, da chi di dovere, questo è il grande dolore che tutti i Reduci hanno avuto e, i pochi rimasti, hanno ancora nel cuore, questo è stato anche per il nostro Gabrio a cui va detto nuovamente grazie e non Ti dimenticheremo mai.


Scritto dal Maggiore Cavalleria Cpl. Alipio MUGNAIONI